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Illuminazione intelligente: l’efficienza energetica in città inizia qui

illuminazione intelligente
02
Mar 2022

Il decreto attuativo del PNRR porta fondi che consentono anche ai più piccoli Comuni di rinnovarsi nel segno dell’efficienza energetica e della trasformazione digitale. È consigliabile iniziare dall’illuminazione intelligente. Vediamo perché e quali sono i vantaggi. 

 

Lotta allo spreco con l’illuminazione intelligente 

L’illuminazione pubblica costa, e molto. Il GSE afferma e certifica che rappresenta il 20-30% della spesa energetica generale dei Comuni. Nella maggior parte dei casi, poi, gli impianti sono datati, perfino vetusti, dunque nemmeno efficienti. E difatti, il servizio in questione rappresenta una delle più consistenti voci di spreco del nostro Paese. Altro che illuminazione intelligente.  

La soluzione, però, non è illuminare meno, bensì illuminare meglio. La riqualificazione degli impianti d’illuminazione, con l’uso di moderne tecnologie come i LED, la telegestione, i rilevatori di movimento e l’IoT, infatti, potrebbe migliorare sensibilmente i conti comunali, riducendo i consumi fino al 40-60% secondo le ultime stime dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani). La strada è lunga, ma rispetto al passato è finalmente in discesa. 

 

Illuminazione intelligente, primo mattone per l’efficienza  

L’Europa chiede a tutte le amministrazioni dei centri urbani, indipendentemente dalle dimensioni, di organizzarsi sul modello delle smart city. Nei piccoli Comuni, però, tra il dire e il fare vi si trovano interposte diverse difficoltà: 

  • la mancanza di fondi da investire in opere di riqualificazione; 
  • le scarse competenze in tema di nuove tecnologie; 
  • le resistenze culturali nei confronti della “smartificazione” dei centri abitati e, più in generale, dei processi di digitalizzazione; 
  • le infrastrutture di rete non adeguate. 

Comprensibilmente, in queste realtà urbane, la digitalizzazione richiesta non è ancora stata attuata. L’illuminazione intelligente, però, è concettualmente alla portata dei più, consistendo in un intervento che mira a sfruttare l’infrastruttura già in uso. La riqualificazione del parco impianti implica l’implementazione di migliorie tecnologiche “modulari”, di semplice gestione, e la messa in rete di ogni corpo illuminante attraverso l’IoT (Internet of Things). L’illuminazione intelligente può dunque rappresentare il punto di partenza dell’evoluzione digitale dei Comuni più piccoli; una sorta di posa del primo mattone all’inaugurazione di un importante cantiere.  

 

È tempo di organizzare gli investimenti per impianti d’illuminazione intelligente 

Abbiamo visto che parte degli impedimenti alla realizzazione di reti d’illuminazione intelligente dipendono dalla consistenza degli investimenti richiesti. Ebbene, nei prossimi mesi è prevista una pioggia di fondi. Gli stanziamenti e/o finanziamenti sono previsti proprio per progetti di efficienza energetica e transizione al digitale della PA. Ora, anche i piccoli Comuni possono gettare il cuore oltre l’ostacolo. 

Proviamo a dar conto di queste novità in maniera sintetica, ma esaustiva. 

1) PNRR 

Grazie al D.L. 6 novembre 2021, n. 152, 15,7 miliardi della prima rata del Recovery Plan, potevano già essere spesi nel 2021. La Missione 2, in particolare prevede 2,5 miliardi in prestiti di cui “1,6 miliardi a disposizione dei Comuni per interventi, di portata piccola e media, destinati a garantire la messa in sicurezza del territorio e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica”. Per la maggior parte, questi fondi UE andranno a coprire interventi già in corso d’opera, garantendo tassi più convenienti. 

2) Legge di Bilancio 2022 

La bozza della manovra all’art.136 (pag. 66) prevede lo stanziamento di 300 milioni di euro per il 2022, destinati alla rigenerazione urbana dei Comuni con popolazione inferiore a 15,000 abitanti. Basterà che gli enti comunichino le richieste di contributo al Ministero dell’interno entro il 31 marzo 2022. L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha presentato alcuni emendamenti, ma l’impianto della legge (nel suo artico 136) sembra ormai stabilito. 

3) Certificati bianchi del GSE 

Con la pubblicazione nel 2020 della piattaforma “Interventi e simulatori del GSE”, il Gestore dei Servizi Energetici ha inteso offrire strumenti concreti per la valutazione dei vantaggi derivanti da interventi di retrofit dell’illuminazione pubblica.  

Attraverso l’utilizzo del secondo simulatore della piattaforma (https://www.gse.it/servizi-per-te/interventi-e-simulatori/guida-rapida-illuminazione-pubblica), i Comuni possono calcolare direttamente “i benefici economici e ambientali derivanti dall’ottenimento di Titoli di Efficienza Energetica, dalla riduzione dei consumi, dei costi in bolletta e anche dalla riduzione di CO2 emessa”. Un meccanismo che sta funzionando bene e del quale è stato recentemente pubblicato il resoconto del GSE. I certificati bianchi riducono il tempo di ritorno degli investimenti; inoltre favoriscono la partnership con le ESCo (società di servizi energetici certificate Uni Dei 11352). 

Le risorse economiche a disposizione consentiranno anche di affrontare le spese relative alla formazione del personale della PA, opera culturale oggi imprescindibile e che, a ben vedere, è da computare tra i benefici al pari dei risparmi economici. 

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